I pizzoccheri, così come gli sciatt, sono suoi figli. E anche solo per questo al grano saraceno si deve un po' di rispetto. Senza dimenticare che ha sfamato diverse generazioni di valtellinesi, nei tempi in cui la carne era un miraggio, e il problema non era la linea, ma aver qualcosa nel piatto. A cavallo tra estate e autunno, ci regala un colpo d’occhio affascinante: una distesa di fiori bianchi, immersi nella campagna. In Valtellina, il saraceno, anno dopo anno, ha guadagnato terreno grazie all’intraprendenza di chi ha deciso di proiettare nel futuro un’antica coltura. La rinascita – spiega Coldiretti Sondrio – è iniziata a partire dagli Anni Novanta: oggi si contano circa 35 ettari in provincia di Sondrio, 160mila metri quadrati solo a Teglio. La stagione è stata condizionata dal clima: prima la siccità nella semina di luglio, poi temporali forti nel periodo dopo la fioritura e il forte vento che ha allettato il prodotto. Le rese saranno più contenute: 7 quintali per ettaro contro gli 8 consueti.