Rigettato il ricorso di Cgil e Usb contro l’azienda socio sanitaria territoriale di Lecco. Il giudice del lavoro non ha riscontrato alcun tipo di condotta antisindacale, contrariamente a quanto denunciato dalla camera del lavoro, che accusava l’azienda di aver adottato nel corso degli ultimi due anni provvedimenti illegittimi (quali le delibere istitutive degli incarichi di funzione o il regolamento sui tempi di vestizione degli infermieri) in spregio all’istituto della contrattazione sindacale e in danno degli stessi dipendenti, che si sarebbero visti depauperare di fondi destinati a pagare straordinari e altre indennità.
Inoltre l’ASST era stata accusata da CGIL e USB di aver sottoscritto accordi illegittimi, con minoranze non adeguatamente rappresentative dei lavoratori (ossia CISL, UIL e Nursing Up), avvalendosi di presunte firme apocrife e di essere prossima, persino, a un dissesto finanziario in realtà inesistente. Nulla di vero e fondato secondo il giudice del lavoro di Lecco che ha depositato il provvedimento con cui ha integralmente rigettato il ricorso.
“Con un corposo e articolato decreto, il Tribunale di Lecco- spiega l’azienda in una nota- ripercorrendo puntualmente due anni di trattative, di corrispondenza tra le delegazioni, di verbali di incontri sindacali e di tavoli tecnici ha stabilito che non c’è stata alcuna condotta antisindacale e che non è mai stato in alcun modo leso il diritto di informazione, di consultazione e di partecipazione del Sindacato ricorrente” del quale, il Giudice, ha invece evidenziato i toni talvolta perentori e tesi a volte a escludere qualsiasi possibilità di trattativa da parte della stessa organizzazione sindacale”.
Non nasconde la soddisfazione, dopo anni di accuse, il direttore generale dell’ASST di Lecco. “Sono particolarmente soddisfatto del decreto emanato dal Giudice che mette in luce il corretto operato della Direzione Strategica e della delegazione trattante- dice Paolo Favini-. In questi due mesi ho preferito non commentare la vicenda, attendendo, in un fiducioso e rispettoso silenzio, l’esito del giudizio, certo che l’evidenza documentale dei fatti avrebbe reso giustizia all’azienda e sancito la validità degli accordi sindacali sottoscritti. In ogni caso il Giudice ha disposto l’affissione del provvedimento nella bacheca aziendale; dopo tante falsità, i dipendenti potranno leggere quale è stata la realtà dei fatti”.