I numeri. Che rischiano di essere superati nel momento stesso in cui vengono diffusi. Perché il virus corre veloce e il sistema di tracciamento è andato in tilt, come denunciato dal docente di igiene del San Raffaele, Carlo Signorelli, membro del comitato tecnico scientifico. L’aumento dei contagi degli ultimi giorni preoccupa per la pressione sugli ospedali. A Lecco sono 38 i positivi ricoverati (martedì erano 17) 5 i pazienti che necessitano della ventilazione meccanica, 11 i casi sospetti in attesa del risultato del tampone.
La terapia intensiva Covid, attivata da poche ore, è già piena: sono saturi i 6 posti letto, mentre restano al momento liberi i 4 letti della terapia sub intensiva. C’è da dire che il Manzoni è stato individuato come presidio di riferimento per i ricoveri in terapia intensiva. Merate resta no Covid e i casi più gravi dalle strutture delle province limitrofe approdano sul Lario.
Lo spiega bene un post su Facebook di un medico. “Questa notte dal pronto soccorso di un ospedale milanese hanno inviato a Lecco un paziente con polmonite da Covid 19 a causa della mancanza di posti letto negli ospedali più vicini”, scrive. E allega la fotografia a testimonianza: malato rifiutato da Niguarda, San Raffaele, San Paolo, Sacco di Milano e dal San Gerardo di Monza che si fa carico solo dei residenti in provincia. Prosegue la tabella dell’Asst : pieni i 20 posti delle malattie infettive dove sono ricoverati 12 positivi, 2 sospetti, 1 negativo e 5 pazienti con il Cpap.
Liberi tre letti - sui dieci totali - nel cosiddetto "filtro Covid" e sei - su otto - nel reparto Covid polispecialistico, dove sono state "sistemate" due persone positive; ancora, sono dodici i contagiati e cinque i casi sospetti nel settore 1 di Medicina, anch'esso senza letti liberi. Per quanto riguarda gli altri reparti del nosocomio lecchese, sono 66 - sui 349 complessivi - i letti liberi per i pazienti "Covid free". 21, infine, i ricoveri nell'area "filtro", su un totale di 32 posti disponibili. “Il Covid non esiste dite voi, io dico con molta tristezza che presto non ci saranno più le altre patologie perché non ci sarà più spazio per curarle”, commenta un operatore sanitario sui social.