Prima la pandemia, ora la guerra. L’industria metalmeccanica lecchese archivia un 2021 positivo. I tanti dati positivi ottenuti lo scorso anno dal comparto, difficilmente però saranno confermati per via dell’invasione dell’Ucraina. “Questa aggressione – commenta Giacomo Riva, presidente di categoria per Confindustria Lecco Sondrio - è un dramma che riguarda tutti noi perché contraria ai valori di democrazia e libertà ed esprimiamo la massima solidarietà alla popolazione dell’Ucraina. I dati rilevati sul territorio prima dell’esplosione del conflitto – continua Riva - evidenziavano, assieme alla crescita registrata nel 2021, anche aspettative positive per il 2022”.
I numeri del metalmeccanico negli ultimi dodici mesi sono stati davvero positivi. Dopo la decisa decelerazione che era stata riscontrata nella prima metà del 2020 a causa della pandemia, il periodo gennaio e giugno 2021 era poi stato protagonista di un’accelerazione della crescita, con incrementi del 22,7% rispetto al corrispondente semestre 2020 e un +16,9% in confronto ai livelli dei sei mesi precedenti. Lo scenario non era comunque privo di criticità – conclude Riva - ma ora siamo chiamati ad affrontarne di nuove e sarà a maggior ragione importante un impegno comune, soprattutto guardando al futuro del nostro settore che sta gestendo transizione tecnologica ed ecologica”.
Resta il nodo del costo delle materie prime. “In questo momento – dichiara il presidente di Confidnustria Lecco Sondrio Lorenzo Riva - il nostro pensiero va prima di tutto a quanto sta accadendo in Ucraina e in particolare alla popolazione che sta affrontando il dramma della guerra. Se guardiamo al quadro economico, in questa fase di grande instabilità - prosegue - l’aumento dei costi delle materie prime e delle forniture energetiche, temi con i quali stavamo già facendo i conti prima del conflitto, sono a maggior ragione punti caldi. Confidiamo che le Istituzioni mantengano alta l’attenzione per evitare strategie speculative e che il Governo individui soluzioni per mitigare le ricadute, soprattutto sui settori più esposti”.