Boom per la cassa integrazione in Valtellina e Valchiavenna. A giugno, è raddoppiata rispetto al mese precedente. A svelarlo, l’indagine condotta dalla CISL di Sondrio su dati INPS. 403.773 ore di cassa autorizzate a giugno contro le 199.817 di maggio. I lavoratori coinvolti sono saliti nell’arco di un mese da 1.155 a 2.334. Entrando più nel dettaglio si scopre che la cassa ordinaria è passata, sempre tra maggio e giugno, da 13.234 ore a 296.040. Quella in deroga è invece scesa da 186.583 ore a 107.733. Complessivamente, nei primi 6 mesi del 2021, la cassa integrazione è stata autorizzata per 1 milione 872mila 150 ore, con l’ordinaria che sfiora il milione e 60mila ore. “Al netto delle dinamiche dei tempi tecnici di approvazione e di uscita dei decreti – spiega la CISL di Sondrio – si nota che l’incremento riguarda la cassa ordinaria, l’ammortizzatore sociale prevalente di aziende per le quali il blocco dei licenziamenti è scaduto il 1 luglio. “L’analisi qualitativa – commenta il segretario generale Davide Fumagalli – denota che siamo ancora lontani dalla ripresa, specialmente nell’industria, interessata dal 70 per cento della cassa integrazione di giugno, dove delle quasi 281mila ore complessive, il 16% riguarda la chimica-gomma plastica e con la stessa percentuale il settore alimentare. Il meccanico si ferma a 28.358 ore, quindi il 10% del totale, mentre la parte più importante, con il 38%, riguarda i settori tessile e abbigliamento, ennesima dimostrazione – sottolinea Davide Fumagalli – che l’azione sindacale che ha portato allo slittamento dello sblocco dei licenziamenti per questi settori al 1 novembre 2021 aveva un suo fondamento anche per la nostra provincia”. Il picco è stato toccato a marzo, con 3.373 addetti coinvolti. Il confronto con i primi 6 mesi del 2020, indica un miglioramento della situazione con una riduzione della cassa integrazione guadagni del 50%, ma – fa notare la CISL di Sondrio – sempre l’80% in più rispetto al 2012, anno del precedente record storico negativo provinciale, legato alla crisi economica. L’industria rimane il settore più colpito, mentre la ripresa del settore edile appare sempre più strutturata. L’incidenza della cassa nel settore turistico è difficile da quantificare per la stagionalità e l’elevato numero di assunzioni a termine. Bisognerà attendere i dati su avviamenti e cessazioni tra aprile e giugno. Nel 2020, nei settori commercio e turismo, 7.000 i rapporti di lavoro attivati in meno rispetto al 2019. Per la CISL resta essenziale accelerare nelle prossime settimane la costruzione di una vera riforma degli ammortizzatori sociali verso un sistema universale, in modo da coprire tutti i lavoratori e allo stesso tempo dare subito un impulso decisivo alle politiche attive.