“Il Punto Salute sede di Lecco è chiuso. Per urgenze rivolgersi alla sede di Muggiò”.
Da tempo sul sito dell’ATS della Brianza è apparsa questa scritta, sollevando la reazione di nove enti e associazioni del territorio. “Un passo indietro, inspiegabile – affermano - per la prevenzione contro l’HIV”.
Chiuso durante il periodo della pandemia – si pensava – temporaneamente, lo sportello non è più stato riaperto. In sua vece, il centro di Muggiò che però, lamentano le associazioni, è distante per i lecchesi e non garantisce l’effettuazione del test dell’HIV in anonimato. Un aspetto fondamentale, secondo l’Associazione Renzo e Lucio, una dei firmatari della causa, perché ci sono purtroppo ancora tanti pregiudizi sulla diffusione di questo virus e farlo in anonimato garantisce tutela.
Oltre alla questione psicologica, una prettamente sanitaria. I dati sulla diffusione del virus suggeriscono di non abbassare la guardia, dicono in una nota le associazioni. Aumentano le persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV. Solo a 1/3 degli infetti viene presa in tempo. Gli spazi di informazione, prevenzione e cura come il Punto Salute di Lecco dovrebbero dunque aumentare, piuttosto che chiudere ed essere dislocati altrove è l’opinione di chi ne chiede la riapertura: la già citata Renzo e Lucio, la Comunità Il Gabbiano, le associazioni Les Cultures, Dinamo Culturale e Risuono, il circolo libero pensiero, l’Arci provinciale, la cooperativa sociale Sineresi e la Cgil di Lecco. Quest’ultima in particolare denuncia l’assenza sul territorio di una strategia specifica sul fronte della prevenzione, sia per la diffusione dell’HIV che per quanto riguarda tutte le malattie a trasmissione sessuale.
“E allora – concludono le associazioni - dato che l’Ats non ci ha dato risposta, lo chiediamo a voce più alta: cosa si fa in caso di necessità?”.