Continua a far discutere il ritorno del lupo del parco di Montevecchia e della valle del Curone. A intervenire ancora una volta è il presidente di Coldiretti Como Lecco Fausto Trezzi che lancia un grido d’allarme: il lupo minaccia anche le pecore brianzole a rischio estinzione. “Sono i fatti a dimostrare che la presenza del lupo costituisce un pericolo-spiega-, i reiterati attacchi in Alta Brianza mettono in pericolo anche le pecore della razza Brianzola, che nei decenni passati rischiava di scomparire e ancor oggi è annoverata tra quelle la cui tutela è affidata al lavoro degli allevatori che, con fatica e lavoro, ne stanno preservando il futuro.
Non vogliamo indennizzi, né chiediamo interventi cruenti: si salvino il lupo così come i nostri animali, ma il territorio va messo in sicurezza con il suo intero ambiente rurale. Chi è deputato ad agire, deve farlo in fretta”. Nell’ultimo periodo, gli avvistamenti dei lupi si sono moltiplicati, in pianura come sulle Alpi: “Gli agricoltori sono preoccupati, per questo chiediamo alle istituzioni di trovare, con urgenza, le soluzioni più appropriate- prosegue Trezzi- Da parte nostra siamo disponibili a ogni forma di collaborazione per garantire la sicurezza del territorio, di chi vi abita e di quanti vi lavorano. Non va poi dimenticato che la Brianza è una zona densamente urbanizzata e che la diffusione di questo predatore sul territorio può essere pericolosa anche per quanti ci vivono o lo visitano”.
La pecora brianzola è una delle 14 razze minacciate di estinzione in Lombardia: 6 di questi sono di bovini, 3 di ovini e 5 di caprini. Un patrimonio composto da veri e propri “tesori” di natura e storia: tra le pecore si contano anche quella di Corteno, diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, la Ciuta, che per un periodo si è creduta estinta, oltre alla nostra “Brianzola”.
Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono invece la Orobica dalle corna imponenti, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo presente in provincia di Como, nell’Alto Lario occidentale.
“Gli animali custoditi negli allevamenti lariani – conclude Trezzi – vanno tutelati e protetti: a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando una stalla chiude, infatti, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a preservare il territorio”.