Condannata a dieci anni, con la decadenza della potestà genitoriale sull’altra figlia. E’ la pena inflitta dai giudici della Corte d’Assise di Como nei confronti di Aurora Ruberto, 39 anni, mamma del piccolo Liam Nuzzo, morto a soli 28 giorni nell’ottobre del 2015. Riqualificato il capo di imputazione: la donna, residente a Ballabio, è stata condannata per omicidio preterintenzionale, aggravato dal vincolo di parentela. Assolto perché il fatto non sussiste il padre Fabio Nuzzo.
Il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione per entrambi. Un iter giudiziario lungo e complicato, con numerosi colpi di scena, a partire da tre differenti perizie, non allineate tra di loro, sulle morte del neonato. Il non luogo a procedere al termine dell’udienza preliminare in tribunale a Lecco, l’impugnazione della Procura generale di Milano. Infine il processo a Como con rito abbreviato. La morte sarebbe poi sopraggiunta a causa di una polmonite dovuta alle condizioni di debolezza del bimbo maltrattato. Gli atti saranno inviati in Procura per riesaminare la posizione dei medici coinvolti nella vicenda. Gli avvocati della difesa Nadia Invernizzi e Roberto Bardoni valuteranno il ricorso in appello.