“Anche dopo lo scoppio della malattia, si vedeva in lui una tale voglia di fare, da suscitare ammirazione e speranze per un futuro di lavoro insieme”. L’elogio all’architetto Ferruccio Favaron, scomparso ieri all’età di 75 anni, da parte del presidente dell’Ordine degli Architetti di Lecco, Anselmo Gallucci, racconta un uomo malato ma non consumato, anziano ma non vecchio. “Mente vivace e voglia di fare” lo definisce l’amico e collega. Ricorda gli anni insieme al Grassi e all’università, la fame di sapere di due giovani pieni di speranze, che più tardi negli anni ’80 si sono ritrovati nel ruolo di consiglieri comunali a Lecco. “Il ricordo più vivo che conservo di Ferruccio – scrive Gallucci - è tuttavia legato non tanto ai numerosi incarichi da lui ricoperti, ma al suo instancabile desiderio di conoscenza, di tessere rapporti e di essere presente con il proprio contributo nei vari ambiti della nostra professione, durante tutto il periodo della sua attività lavorativa più intensa e – conclude - anche in quest’ultimo periodo dopo l’esperienza della malattia”.