Erano stati rinchiusi in tre piccole gabbie metalliche, per attirare e catturare altri uccellini. Il personale della stazione carabinieri forestale di Dervio hanno liberato due verdoni e un frosone, utilizzati come richiami vivi in un terreno privato in località Laghetto, a Colico. Denunciato alla Procura il responsabile. L’uomo aveva posizionato delle trappole per la cattura dell’avifauna, utilizzando come esca anche i piccoli volatili, appartenenti a specie protette. Gli agenti hanno provveduto alla disattivazione delle trappole, al loro sequestro ed alla liberazione degli animali detenuti illegalmente. L’indagato rischia l’arresto da due a otto mesi o l’ammenda fino a 2000 euro.
Non si è fermata qui l’attività della Forestale. I militari, dopo una costante attività di sorveglianza, hanno individuato e denunciato due bracconieri per caccia illegale all’interno dell’area naturale protetta del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, nel territorio comunale di Lomagna. In questo caso la pena stabilita dalla normativa vigente prevede l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda da euro 464 a euro 1.549.
L’attività venatoria – ricordano i carabinieri forestali - è disciplinata in Italia dalla Legge 157 del 1992 che tutela la fauna selvatica presente sul territorio nazionale, considerata ‘patrimonio indisponibile dello Stato’. La caccia è consentita in deroga a questa tutela generale e può essere svolta solo nel rispetto delle limitazioni dettate dalla legge stessa (specie cacciabili, mezzi e periodi consentiti, etc). Il mancato rispetto dei divieti imposti da queste limitazioni può costituire sia illecito penale, sia amministrativo, a seconda dell’infrazione commessa.