Undici metri di altezza, oltre unidici tonnellate di acciaio che risplendono e riflettono la luce del sole e le luci colorate di un palcoscenico immerso nella natura. E’ “Mariposa de la vida”, l’opera di Pablo Atchugarry, artista uruguaiano, a Lecco dagli anni ’70, che ha fatto da scenografia alle due serate di musica con Andrea Bocelli al Teatro del Silenzio.
Nato per volontà proprio del maestro Bocelli e dell’architetto Alberto Bartalini, il Teatro del Silenzio è un anfiteatro naturale ricavato nella splendida cornice delle colline di Lajatico. Un piccolo gioiello paesaggistico che solo pochi giorni all’anno si anima con spettacoli di musica, danza e artisti internazionali che si esibiscono insieme al tenore.
Per i concerti di quest’anno la grande farfalla di Pablo Atchugarry, mariposa significa appunto farfalla in spagnolo, si è posata, imponente e allo stesso modo delicata, sulle colline toscane. “Quando ho visto l’opera collocata nell’anfiteatro – spiega Atchugarry nel video realizzato da un gruppo di lecchesi, regia di Nicola Rota, con Giuseppe Ceravolo, Marco Mazzoni, Pietro Malvestio e Davide Penati – ho pensato che dialogasse molto bene con l’ondulazione delle colline. Una grande occasione, nata anche grazie alla Galleria d’Arte Contini di Venezia, che ha unito l’arte della musica a quella della scultura”.
Per trasportare l’opera nell’entroterra volterrano ci sono voluti sette camion; solo il basamento pesa dieci tonnellate, altre undici il corpo centrale della mariposa, più le quattro ali doppie. “Ho elaborato il modello in ferro nella mia officina a Sirone – prosegue l’artista -, poi l’opera è stata realizzata in acciaio da una carpenteria metallica. Un lavoro di un anno”. Ma cosa simboleggia la mariposa? Per Atchugarry rappresenta i desideri di ogni essere umano. “Le grandi ali della farfalla – spiega – portano idealmente i nostri sogni lontano, il più a lungo possibile”.