Legge di Bilancio, la CGIL di Lecco critica il provvedimento appena approvato dal parlamento. Il sindacato ribadisce, numeri alla mano, il basso sostegno alla fascia di popolazione più povera.
Due i punti critici della narrazione governativa – secondo la Camera del Lavoro lecchese - Innanzitutto, i benefici della riforma Renzi e Gualtieri non andrebbero ad accumularsi con l’attuale riforma, visto che il bonus netto di 100 euro da gennaio 2022 sarà fruito solo dalle persone con reddito inferiore ai 15.000, e il nuovo sistema di aliquote e detrazioni non riuscirà a compensare questa perdita. Secondariamente, spiega il Segretario della CGIL Lecco, Diego Riva, “è fuorviante assommare interventi molto diversi tra loro, come le modifiche all’IRPEF con l’Assegno Unico: essi hanno destinatari diversi, natura diversa e criteri di erogazione diversi. Per questo preferiamo segnalare gli effetti certi delle misure prese singolarmente, e i numeri dimostrano che la platea dei potenziali “perdenti” nel passaggio all’Assegno Unico è composta da oltre un milione di nuclei, tutti caratterizzati dalla presenza di reddito da lavoro dipendente. “L’Irpef è pagata quasi totalmente da lavoratori e pensionati – continua Riva - Visto che la riforma fiscale del governo premia le fasce di reddito superiori ai 40mila euro, e che l’85% dei lavoratori e pensionati ha entrate che si collocano sotto tale soglia, è evidente che per moltissimi di loro i benefici sono irrisori, sia in termini assoluti che relativi”.
Nel mirino della CGIL anche l’emendamento del governo alla legge di bilancio che riguarda le delocalizzazioni. “Non ci convince per nulla l’attuale posizione del governo – dice il numero uno lecchese del sindacato - dato che il provvedimento è una mera proceduralizzazione dell’esistente e rischia di dare il via libera alle imprese che hanno deciso di delocalizzare, piuttosto che mettere dei paletti. Ancora una volta, come accaduto per la riforma fiscale – conclude Riva - il metodo del governo è sempre lo stesso: i sindacati e i lavoratori conoscono il provvedimento a cose fatte, e questo è inaccettabile”.