Morire sul posto di lavoro. Succede nel 2021 in Italia, come ci testimonia purtroppo la cronaca. Succede anche a Lecco. Nei primi due mesi di quest’anno nella nostra provincia si sono verificati 546 incidenti sul lavoro, uno dei quali mortale. Lo scorso anno 10 persone hanno perso la vita lavorando, quattro delle quali per le conseguenze del coronavirus. Un bollettino che non si vorrebbe mai aggiornare. “Questi dati non possono essere ignorati – spiega Enzo Mesagna, sindacalista della Cisl Monza Brianza Lecco e presidente del comitato consultivo provinciale dell’Inail di Lecco – e impongono una riflessione. La cultura della prevenzione è l’unica arma che abbiamo per contrastare le morti bianche. Anche in un territorio molto attento e sensibile come il nostro, purtroppo, facciamo i conti con un fenomeno particolare. L’attenzione per le misure a tutela dei lavoratori nell’emergenza covid non deve cancellare tutti gli impegni sugli altri fronti. Il rischio purtroppo c’è e va combattuto”. Dall’inizio dell’epidemia a Lecco sono stati 1.209 i casi di persone infettate da Covid sul posto di lavoro. Quattro di loro sono decedute. “Gli infortuni mortali – prosegue Mesagna – suscitano clamore. Ma non bisogna dimenticare le malattie professionali, casi che spesso non vengono alla luce perché i lavoratori stessi per timore non li denunciano”. A Lecco i numeri parlano di 58 casi nel 2020 e di 10 nei primi due mesi del 2021. Numeri che però non rappresentano il quadro complessivo dei rischi e della situazione. “E anche in questo caso – conclude Mesagna – la giusta attenzione che si deve dare alla lotta e alla prevenzione del covid non può far cadere nel dimenticatoio tutto il resto”.