A 8 anni di distanza dalla sottoscrizione dell’ultimo Contratto Integrativo Collettivo Provinciale, le lavoratrici e i lavoratori delle Cooperative Sociali presenti sul territorio lecchese sono ancora in attesa di un rinnovo. A ricordarlo i sindacati della funzione pubblica di CGIL, CISL e UIL.
“A dispetto dell’importante ruolo assunto durante la pandemia dalle figure professionali che operano quotidianamente in questo comparto, non è stata riconosciuta alcuna forma di valorizzazione: nessuna premialità compensativa è stata loro attribuita per l’operato svolto – denunciano i sindacati - appellandosi ad un principio di sostenibilità, la parte datoriale vuole scaricare su chi lavora in questo settore la necessità di contenimento dei costi – dicono CGIL, CISL E UIL, bocciando le proposte dei sindacati, tra le quali la revisione dell’inquadramento professionale di alcune categorie, l’individuazione di un tempo congruo per la vestizione, la definizione di un’indennità una tantum. Richieste non accolte da Confcooperative, che ha invece proposto di introdurre una regolamentazione del lavoro intermittente (a chiamata), prevedendo l’ampliamento della durata dei contratti a termine e di subordinare il riconoscimento di una premialità all’applicazione di regole rigide. Due proposte alle quali, a loro volta, i sindacati dicono no. “Chiediamo la definizione del Contratto Integrativo Provinciale in tempi celeri – l’appello dei sindacati funzione pubblica di CIGL, CISL e UIL - in assenza di riscontri concreti da parte di Confcooperative, dichiareremo lo stato di agitazione di tutto il personale operante nel settore”.