Maledetta guerra, è proprio il caso di dirlo. Le ripercussioni economiche dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sono destinate a condizionare direttamente e indirettamente l’economia locale. Proprio quando, dopo anni segnati dalla pandemia, le aziende stavano iniziando a recuperare il terreno perso.
Nel 2021 ha avuto incrementi di export e import sia rispetto all’anno precedente, sia nei confronti della situazione pre-Covid. Nei confronti del 2020, le esportazioni sono cresciute del 18,8%, le importazioni del 39,4%. Con riferimento al 2019, rispettivamente +8,9% e +24,5%. A questo maggiore volume di interscambio non è però corrisposto un dato positivo dell’avanzo commerciale, che nel 2021 ha registrato una flessione del 3,5 per cento rispetto all’anno precedente del 9% rispetto al risultato prepandemia.
Dati che sono destinati a peggiorare stante la situazione attuale. A Lecco il metalmeccanico continua a rappresentare oltre un terzo del totale delle esportazioni (38,7%); al secondo posto, le lavorazioni industriali e al terzo l’alimentare (con il 6,2%). Per quanto riguarda i mercati di sbocco, le aziende lecchesi aumentano le esportazioni in tutti i continenti e, considerando le variazioni in valori assoluti, Unione Europea e America Settentrionale evidenziano le performance miglioro. Calano solo le importazioni dall’America Centro-meridionale, mentre cresce soprattutto l’import dai paesi dell’Unione Europea, Asia e dal resto d’Europa, Russia e Ucraina incluse.
Quali sono i partner strategici? La Germania, al primo posto per valore d’interscambio. La Francia e gli Stati Uniti, mercati nei confronti dei quali le aziende lecchesi hanno segnato un utile commerciale di circa 290 milioni di euro ciascuno. Saldo negativo, di circa 50 milioni ciascuno invece, nei confronti di Cina, Spagna e Olanda. Qui si compra di più e si vende di meno.