Guerra, energia e bollette, la politica si interroga sulle soluzioni da adottare per ridurre l’impatto su famiglie e imprese, nel breve, medio e lungo termine.
“È anacronistico oggi continuare a pagare un costo fisso della gestione del contatore considerato che oggi equivale al 10% del totale per la luce e al 15% per il gas – ricorda Corrado Valsecchi, capogruppo di Appello per Lecco in consiglio comunale - Attualmente le letture dei dati vengono fatte in remoto, non essendo più previsto il costo del personale che viene a casa perché mai un utente dovrebbe avere un esborso così alto di spese fisse in bolletta?”. Appello per Lecco sostiene con forza la mozione passata all'unanimità in Regione Lombardia, presentata dal gruppo civico europeista rappresentato in consiglio regionale da Elisabetta Strada, per un avviamento di un’indagine ARERA sull’effettivo costo delle materie prime acquistate dagli enti gestori e se questi rispettano il reale valore di mercato. “È evidente che c'è qualcosa che non va – spiega Valsecchi - si ricomincia a tartassare con tariffe e fiscalità la gente in un momento in cui tra PNRR, bonus facciate, finanziamenti a fondo perduto, rigenerazione urbana, superbonus 110%, etc... si andranno a spendere oltre 250 miliardi di euro. Francamente credo che lo Stato abbia fatto male i suoi conti”.
“Un nuovo Piano Nazionale della Sicurezza Energetica, serio e rigoroso, è ormai indifferibile anche per la competitività delle nostre imprese che stanno soffrendo e per il rilancio della nostra economia – spiega Paolo Arrigoni, responsabile nazionale Dipartimento Energia della Lega - rilancio che rischia di essere seriamente compromesso se all’importante impegno del Governo in termini di risorse economiche per contenere il caro energia non si accompagneranno degli imprescindibili interventi strutturali. Sei le proposte della Lega: più pragmatismo e lo stop all'ideologia ambientalista; maggiore gradualità nella transizione, ricordando che l'Europa è la responsabile del solo 9% di produzione di C02 globale; la drastica riduzione della dipendenza energetica dell'Italia dall'estero, attraverso l’estrazione di molto più gas nazionale e investimenti nella geotermia; maggiore diversificazione degli approvvigionamenti di gas incrementando i flussi del TAP e dai metanodotti dall'Algeria e dalla Libia, nonché aumentando i rigassificatori; più sicurezza energetica potenziando gli stoccaggi di gas e mantenendo in efficienza le centrali a carbone; infine l'ampliamento del mix energetico nazionale, prevedendo nel medio/lungo termine, accanto alle rinnovabili, l'inclusione del nucleare.