Sempre più acceso lo scontro in Giunta a Ballabio. “Riporto il bilancio in aula, non voglio sottostare ad alcun diktat”. Così il primo cittadino Giovanni Bruno Bussola, sfiduciato da tre consiglieri di maggioranza, ha spiegato la scelta di non mollare. “Contro di me – ha detto – motivazioni pretestuose da parte dell’ex sindaco”. Ma non si è fatta attendere la risposta, per nulla riconciliante, di Alessandra Consonni.
“Il problema di Bussola - spiega - non si chiama Consonni, si chiama Bussola, il quale ha innescato una guerra all'interno della propria maggioranza che, in neppure due anni, ha portato alla rottura con l'assessore all'urbanistica, l'assessore alle Politiche sociali, l'assessore già sindaco e fondatore di Nuovo Slancio (3 su 5) e il capogruppo: tutti "colpevoli" – dice Consonni - di chiedere trasparenza”. L’ex sindaco rivendica le preoccupazioni espresse su ambiente o trasparenza amministrativa nel caso Combi, poi definisce “Penoso e offensivo dell'intelligenza dei cittadini, che Bussola paragoni l'aumento di stipendio di 1.000 euro al mese, che lui si è votato in giunta, all'indennità di fine mandato ‘percepita da Consonni’, calcolata dagli uffici e prevista, in sostanza un normale Tfr”. L’ex sindaco respinge con forza l’accusa di voler ‘imporre diktat’, “abbiamo solo offerto impegno e collaborazione”, dice, e “non è stata ‘tenuta nascosta’ la posizione contro l'aumento di indennità – aggiunge - perché questa è palese nella promessa di Nuovo Slancio: a non apparire è stata solo la delibera dell'aumento di compenso fino a 1.000 euro lordi al mese a chi ne prende già circa 1.500 nette: non figurava neppure all'ordine del giorno della giunta in cui è stata approvata e a cui non ho partecipato per gravi motivi famigliari”. Infine, conclude Consonni, “nessuno ha chiesto a Bussola di dimettersi: lo dimostra il fatto che nella stessa seduta del bilancio abbiamo contribuito ad ottenere l'incontro pubblico sul Barech che, in caso di dimissioni, non sarebbe piu’ possibile fare. Non c’è bisogno dell’inciucio, nessuno vuole farlo fuori: si pretende solo trasparenza e coerenza”.