È iniziata, nell’Aula del consiglio regionale, la maratona di tre settimane sulla legge di revisione del sistema sanitario lombardo. Le opposizioni annunciano battaglia: il PD ha previsto 80 ore di intervento distribuite tra i suoi 14 consiglieri, per spiegare la propria visione alternativa della sanità lombarda con 310 emendamenti, per lo più sostitutivi degli articoli del progetto di legge di Moratti e Fontana, e 960 ordini del giorno di merito.
“Il sistema sanitario lombardo non ha retto la prova del Covid, nonostante l’abnegazione e la grande professionalità di medici e infermieri – spiega il consigliere lecchese del PD Raffaele Straniero -. Una modifica era necessaria ed è stata richiesta dal Governo con prescrizioni precise che la Giunta regionale ha accolto solo in parte. Ma temiamo che Fontana e Moratti vogliano fare solo ritocchi di facciata, pur di prendere i soldi del Pnrr”. Nel dettaglio, Straniero fa presente che le richieste dei democratici puntano a “un reale rafforzamento della sanità territoriale a partire dai presidi esistenti, che invece – dice il consigliere - si ha spesso la sensazione che vengano smantellati; un ruolo significativo per i sindaci e i Distretti; una valorizzazione degli ospedali di primo livello, come il Mandic di Merate, che non possono essere continuamente depotenziati”.
“Un elemento molto pericoloso della Riforma è che viene inserita l’equivalenza tra sanità pubblica e privata – dice Straniero - un dettaglio rischiosissimo per la tenuta della sanità lombarda e contrario all’impostazione nazionale. In più, le Ats, che esistono solo in Lombardia, non solo non scompaiono, ma potranno essere incrementate fino a una per provincia, e tutto ciò solo perché la maggioranza – la posizione del consigliere del PD - ha fame di nomine. Infine, l’intera gestione del fondo sanitario regionale passa dalla collegialità della Giunta al controllo dell’assessorato al Welfare. La vicepresidente Moratti – denuncia Straniero - in pratica, si arroga il diritto di decidere in autonomia del 75% del bilancio regionale, ponendo il presidente e i colleghi di fronte al fatto compiuto”.