I termini per l’iscrizione fissati dalla FIGC, alla luce dello slittamento dei play-off, erano inapplicabili al Lecco. Per questo il TAR del Lazio ha deciso di accogliere il ricorso della società di via Don Pozzi e riammettere i blucelesti in serie B. Le motivazioni della sentenza sono state pubblicate oggi, in un lungo documento articolato in 28 punti.
“Ad avviso del Collegio risulta evidente, alla stregua di una interpretazione non formalistica e di buona fede - ossia ragionevole - che i termini del 15 e del 20 giugno 2023 siano stati fissati dalla FIGC sul presupposto della conclusione dei play off in data 11 giugno 2023”, spiega il giudice Francesco Arzillo. Dunque che impatto ha avuto lo spostamento al 18 giugno 2023 dell’ultima partita dei play off? La risposta del Collegio è netta e univoca: ha reso “semplicemente inapplicabile il termine del 15 giugno 2023 - che è quello “primario”. Di conseguenza viene travolto anche il termine per le integrazioni del 20 giugno, configurandosi nei confronti del Lecco la corrispondente inesigibilità”. In parole povere: come avrebbe potuto presentare i documenti il 15, se è stato promosso in B il 18? “Questa “inapplicabilità” dei termini originariamente fissati avrebbe auspicabilmente richiesto un nuovo tempestivo intervento regolativo della FIGC, che però è mancato”, spiega il presidente del Collegio giudicante. “In questo modo si è verificata una lacuna nella disciplina applicabile al Lecco”. Lacuna che, dicono i giudici, è stata - ed è - ragionevolmente colmata dal Lecco “facendo riferimento al termine massimo di nove giorni ricavabile dalla previsione del Manuale”. La finale dei playoff era infatti inizialmente prevista per l’11 giugno. La società bluceleste, riconosce il Collegio giudicante, ha ultimato adempimenti necessari, consegnando anche gli ultimi documenti relativi allo stadio, il 23 giugno, quindi dopo solo cinque giorni dalla conclusione dei play off. Questa ricostruzione, spiega il presidente Arzillo nella sentenza “è la sola, ad avviso del Collegio, idonea a salvaguardare anche il canone della par condicio al quale è ispirata tutta la normativa federale sui termini perentori, consentendo al Lecco di godere in concreto (e non in astratto) di un termine non inferiore a quello di cui hanno usufruito le altre società”. Infine, il Lecco avrebbe potuto muoversi prima della finale playoff per ottenere la documentazione per lo stadio di Padova? No, spiegano i giudici. Per il Manuale delle Licenze, prima va conseguito il titolo sportivo, poi si deve procedere agli adempimenti procedurali.
Motivazioni che paiono solide e ben argomentate: Il Lecco può guardare con ottimismo all’ultimo grado di giudizio, il Consiglio di Stato, che si esprimerà il 29 agosto. Domani la Lega B si riunirà a Milano per definire anticipi e posticipi delle prime nove giornate. Lì si saprà se il Lecco scenderà subito in campo il 19 agosto a Pisa per la prima giornata, oppure se sarà tenuto fermo in attesa del Consiglio di Stato. Eventualità questa che non dispiacerebbe alla società visto i ritardi accumulati sul mercato a causa dei ricorsi.