Un vorticoso giro di fatture false che consentiva di evadere le tasse e vendere bevande importate dall’estero sottocosto, Operazione della guardia di finanza di Treviso che ha smascherato un giro di evasione milionario attraverso due imprese con sede in provincia di Monza e a Bergamo. Dieci le persone indagate – alcune delle quali residenti in Brianza - ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, emissione e contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e omessa dichiarazione.
Stando a quanto ricostruito attraverso intercettazioni dai finanzieri, le bevande, di provenienza da diversi stati comunitari - Bulgaria, Germania, Malta, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna - venivano fatte transitare presso imprese “cartiere”, quasi tutte formalmente con sede a Roma, le quali, successivamente, cedevano la merce “sottocosto” alle aziende che avevano intrattenuto i rapporti con i fornitori esteri, omettendo però ogni obbligo di dichiarazione e di versamento delle imposte.
Un ruolo fondamentale all’interno del gruppo criminale, poi, è stato assunto da tre persone, attive in provincia di Roma, dedite alla costituzione delle imprese cartiere: a loro toccava il compito di intrattenere rapporti diretti con vari professionisti; gli stessi provvedevano anche alla ricerca dei vari “prestanome” nullatenenti da utilizzare, dietro compenso, come soci o amministratori delle varie aziende strumentali alla frode; infine, i tre gestivano, di fatto, in luogo e per conto dei prestanome, i rapporti bancari intestati alle società cartiere. Il giro di vendite ammonta a 39 milioni di euro, per un’evasione stimata di almeno 7 milioni.