44 anni, italiano di origini egiziane, casa nel quartiere monzese San Rocco, sposato, padre di quattro figli ed ex titolare di una attività in campo edile. “Possa Allah accogliere i loro martiri, guarisca i loro feriti e li liberi. Giuro su Allah che gli dobbiamo i nostri colli", campeggiava sul suo profilo Facebook, una formula di fedeltà all’Isis secondo gli inquirenti. Gli agenti dell’antiterrorismo lo hanno arrestato. Insieme a un altro egiziano di 49 anni di Sesto San Giovanni, è accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. I fari degli investigatori sui due si sono accesi ad agosto 2021, quando entrambi sono stati trovati in alcuni gruppi WhatsApp di matrice jihadista. E proprio sui social i avrebbero cercato di fare proseliti, individuando uomini pronti a sposare la causa dello stato islamico. I due arrestati erano, secondo la Procura di Milano, "estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell'Isis, mettendosi a disposizione dell'organizzazione terroristica e finanziando “cause di sostegno” del sedicente Stato islamico, al quale “avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”. Anche "minacce" alla premier Giorgia Meloni sarebbero state rintracciate nelle chat in cui scrivevano i due arrestati nell'operazione antiterrorismo condotta dalla Digos. I due, in particolare, mettevano i loro commenti di appoggio all'Isis e contro l'Occidente su gruppi Telegram, Facebook e WhatsApp, frequentati da estremisti.