Siglato in Regione l’accordo sindacale sulla vertenza SK Hynix. La multinazionale coreana ha scelto di chiudere il centro di ricerca e sviluppo di Agrate Brianza licenziando 39 ingegneri esperti nelle memorie Flash Nand. “L’accordo prevede la possibilità di uscita solo ed esclusivamente tramite l’adesione volontaria dei lavoratori che riceveranno un’incentivazione economica all’esodo in proporzione alla anzianità aziendale e di altri fattori che determinano maggiore difficoltà nella ricollocazione come l’età anagrafica e il genere femminile”, spiegano dalla Filcams Cgil di Monza e Brianza. Oltre all’incentivazione la Filcams ha contrattato un servizio di supporto alla ricollocazione con costi a carico dell’azienda. Gli esuberi si sono ridotti a 28 poiché 10 Ingegneri si sono già ricollocati presso altre aziende del territorio. Di questi 28, 16 verranno assunti da STMicroelectronics, altri 5 hanno trovato altre ricollocazioni e 7 sono alla ricerca di occupazione. “Abbiamo registrato dall’inizio alla fine della negoziazione sindacale un livello di partecipazione e impegno da parte dei lavoratori elevato e sicuramente questo ha fatto la differenza - commentano i dirigenti sindacali della Filcams - Vogliamo ringraziare per l’attenzione e il supporto anche tutti i livelli istituzionali coinvolti, il sindaco di Agrate, il presidente della provincia di Monza e Brianza, la giunta e il consiglio regionale della Lombardia, in particolare gli assessori allo Sviluppo economico Guido Guidesi e al Lavoro Simona Tironi per i tentativi diplomatici effettuati nell’interesse dei lavoratori e del territorio. Tuttavia – aggiungono dalla Filcams – esprimiamo la nostra amarezza per il mancato raggiungimento dell’obiettivo pieno della ricollocazione di tutti i 39 ricercatori che, attraverso l’iniziativa di partecipazione e mobilitazione, era stata proposta dalla delegazione sindacale alle aziende del territorio e in particolare ad Stmicroelectronics che aveva mostrato interesse e disponibilità ad acquisire professionalità e assets. Proposta che si è scontrata con l’indisponibilità dell’azienda coreana”. “È urgente – aggiunge il sindacato – attivare nuovi strumenti normativi a tutela dei lavoratori e dei territori che sono vittima delle decisioni delle multinazionali che non tengono in considerazione gli obblighi di responsabilità sociale stabiliti dall’articolo 41 della nostra Costituzione. È necessario – conclude la Filcams – una politica industriale che sappia attrarre investimenti e stabilisca relazioni sane di confronto tra istituzioni, aziende e rappresentanti dei lavoratori per sostenere un’occupazione di qualità in settori strategici come quello della microelettronica”.