Il Consiglio Comunale di Monza ha approvato a maggioranza, tra le polemiche, la mozione antifascista promossa da LabMonza. Questa prevede la necessità di dichiararsi vicini ai valori antifascisti della Costituzione se si richiede l'occupazione di suolo pubblico e di sale comunali per eventi politici. Chiesto inoltre di intitolare una via o una piazza alle donne partigiane e di affiggere una targa in memoria di Antonio Gramsci nella via intitolatagli. Il Comune di Monza dovrà infine costituirsi parte civile nei processi di odio e discriminazione verso una persona o un gruppo di persone. “Con troppa frequenza assistiamo al riaffiorare di azioni fasciste, anche sul nostro territorio – spiega il gruppo consiliare di sinistra - Contrastare l'agibilità politica di movimenti, organizzazioni e partiti neofascisti che nulla hanno a che vedere con la democrazia è necessario, come è necessario sensibilizzare la cittadinanza e le nuove generazioni al tema dei nuovi fascismi, e preservare la memoria di una delle pagine più buie della Storia del nostro Paese. La nostra Costituzione, nata dalla Resistenza, è antifascista, e allo stesso modo deve esserlo lo spazio pubblico”. Critiche da centrodestra. “Sono convinto che questa mozione sia ideologica e pericolosa, che dà patenti e patentini, e mette in grossa difficoltà il sindaco. Ci sono delle leggi in tema, le formazioni neofasciste sono già attenzionate. In certi casi sarà difficile decidere se poter concedere una sala o meno”, la posizione di Dario Allevi. Critiche anche sulla decisione di mettere subito in votazione la mozione.