Dopo gli anni difficili della pandemia, è tornato il presepe vivente delle parrocchie della Valmalenco. Il fascino senza tempo di Vetto, frazione di Lanzada, è tornato a ospitare quest’anno la sacra rappresentazione, giunta la sua 32esima edizione. Un ritorno gradito, dopo che l’edizione del trentennale era stata promossa come rappresentazione multimediale. L’anno scorso invece, l’allestimento era stato preparato in ogni minimo dettaglio, ma, causa chiusura totale dell’ultimo momento, non aveva potuto andare in scena .
Quest’anno invece, le rappresentazioni sono state ben quattro, a partire dal 26 dicembre fino all’ultima lo scorso 5 gennaio tutte con un gran successo di pubblico.
Una soddisfazione che ripaga le decine di volontari per l’impegno e i sacrifici chiesti dall’allestimento. I lavori di preparazione iniziano a ottobre quando un gruppo di volontari sceglie i testi e raccoglie le idee per come rappresentare il presepe. Tutti collaborano: c’è chi allestisce le scenografie, chi prepara i costumi. Audio e luci sono realizzate dai valligiani in collaborazione con un’azienda specializzata. La rappresentazione coinvolge 50 figuranti, tra adulti e bambini. La sacra famiglia è costituita dalle famiglie che hanno acuto un bambino nel corso dell’anno. Infine, il prezioso aiuto di volontari e protezione civile che a ogni rappresentazione si mobilitano per coordinare l’accoglienza nel borgo. I residenti di Vetto poi offrono agli spettatori bevande calde e biscotti, che rendono un po’ meno amara la fine della rappresentazione e, come nel caso dell’epifania, anche delle festività natalizie