Coldiretti Sondrio lancia l'allarme di fronte alla top ten dei rincari. <<Gli effetti della guerra - rimarca il presidente dell’organizzazione agricola provinciale Silvia Marchesini -ricadono anche nella vita quotidiana di imprese e consumatori, con i rincari delle materie prime che, inevitabilmente, si ripercuotono su bilanci e previsioni di spesa>>. Più di 1 azienda agricola su 10 è in una situazione critica che rischia di comprometterne la sostenibilità economica, e 1/3 del totale nazionale si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione. Il dato emerge dall’indagine Coldiretti “La guerra nel piatto” sugli effetti del conflitto sulla filiera agroalimentare: “Rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne – continua Marchesini – si registrano aumenti dei costi che vanno dal 170% dei concimi al 90% dei mangimi al 129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media. L’impatto dell’impennata dei costi per l’insieme delle aziende agricole supera i 9 miliardi di euro”. In difficoltà è però l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 45% per il cartone, del 60 per i barattoli di banda stagnata, fino al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. E i prezzi degli ordini cambiano di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali.Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti interprovinciale – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. Sono gli effetti diretti ed indiretti del caro energia che hanno un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre tra i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti. <<Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura industria e distribuzione – sottolinea Silvia Marchesini - per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione. La necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare>>.