In provincia di Sondrio ha prevalso il senso di responsabilità tra ristoratori e baristi che, tranne in un caso, non hanno aderito alla mobilitazione social “Io apro 1501”, una iniziativa che invitava gli esercenti a rimanere aperti servendo i clienti nei locali, pur rafforzando le misure di sicurezza, ma violando di fatto le disposizioni anticovid e quindi rischiando di pagare multe salate oltre alla chiusura di 5 giorni delle attività.
Una protesta che non ha raccolto consensi in Valtellina e Valchiavenna nonostante le gravissime difficoltà che stanno vivendo gli imprenditori del settore.
"Da parte di Confcommercio, spiega la Presidente Loretta Credaro, l’impegno è massimo per fare in modo che il Governo adotti misure serie in grado di contrastare la pandemia senza però penalizzare così duramente tutta la nostra categoria. Per questo stiamo lavorando sia per ottenere ristori adeguati, che ad oggi sono stati insufficienti, tuona Credaro, sia manifestando disponibilità a condividere un piano sulle aperture".
Sull’iniziativa “Io apro” Credaro precisa: "l’associazione non ha mai smesso di dare sostegno a tutti i lavoratori e comprende le difficoltà, la rabbia a l'angoscia per le quali ci stiamo spendendo in maniera estenuante al fine di dare risposte concrete, siamo però convinti che il mancato rispetto delle regole non faccia altro che alimentare il disagio e la frustrazione senza portare a veri risultati".
Unica voce fuori dal coro in provincia quella di Gaetano Iacona rifugista di Oga di Valdisotto che per esasperazione ha aderito all’iniziativa Io apro 1501. "Nei mesi scorsi ho sempre rispettato le regole mi sono attenuto a tutte le disposizioni per evitare la diffusione del contagio, distanze, separè, capienza limitata investendo anche denaro- spiega Iacona- adesso sono veramente stanco". Iacona oggi oltre ad aver effettuato il consentito servizio di asporto ha cucinato in attesa che arrivassero clienti, ma, precisa: "vuoi la paura, vuoi il maltempo, non ho servito nemmeno un piatto. Continuerò anche nei prossimi giorni a garantire il servizio ristorazione nel mio rifugio, violando il dpcm, conclude, in questo momento non ho paura, chiedo solo di lavorare."