Due lettere, di due pagine ciascuna, sono state scritte dai sindaci di Livigno e Aprica e inviate al Prefetto di Sondrio per dare il proprio contributo di idee sullo spinoso caso delle piste da sci chiuse in base alla legge e al successivo regolamento regionale del 2017. Il primo cittadino di Livigno Damiano Bormolini pone l’accento sul tema sicurezza: “risulta contradditorio – si legge – permettere la pratica dello scialpinismo, delle ciaspolate, della discesa con la slitta al di fuori delle piste individuate e riconosciute dalle Comunità Montane competenti, aree – spiega Bormolini – inevitabilmente più pericolose che potrebbero nascondere insidie o pericoli come ghiaccio, avvallamenti ricoperti da considerevoli masse nevose, valanghe”. “Va da sé – aggiunge il sindaco del Piccolo Tibet – che per regolamento le piste sono tracciate in zone sicure, esenti da pericoli naturali, soprattutto se già battute e preparate per l’apertura dello sci alpino da discesa in tutte le sue forme, e quindi sarebbe assurdo sanzionare chi si trova in una situazione meno rischiosa rispetto a chi procede in salita o discesa al bordo delle piste stesse”. “Il protocollo recentemente approvato dal CTS per l’apertura in sicurezza degli impianti di risalita allo sci amatoriale – conclude Bormolini – individua alcuni punti critici dove si potrebbero verificare assembramenti, come biglietterie, zone di imbarco degli impianti, luoghi di ristoro, e indica le limitazioni da adottare, ma non tratta in alcun modo di piste da discesa dove il distanziamento tra sciatori è ampiamente garantito. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Aprica Dario Corvi. “Anche ai fini della sicurezza – scrive il primo cittadino del comune orobico – è auspicabile, se non solo possibile, per chi pratica lo sci alpinismo, l’utilizzo degli ambiti abitualmente utilizzati come piste da sci per la discesa dai pendii, evidentemente più sicuri di ogni altro ambito per caratteristiche e conformazione”. In attesa di una risposta governativa – ricorda Bormio Marketing - il Prefetto ha ritenuto di dover interpretare in maniera restrittiva l'ordinanza, considerando vietato l'utilizzo delle piste da sci (con gli sci, sci d'alpinismo, snowboard, ciaspole e slitta) fino al 5 marzo 2021. Si confida – l’auspicio di Bormio Marketing - che il governo possa celermente rispondere prendendo una posizione di maggior apertura.