Ha scalato le vette più alte del mondo, è scomparso sulle montagne di casa. Sono ore di apprensione per Mario Conti, 79 anni, noto alpinista lecchese che nel 1974 conquistò in cordata il Cerro Torre in Patagonia, guida alpina da 54 anni.
E’ uscito intorno alle 15 di martedì per la consueta passeggiata pomeridiana nei boschi vicino a casa, nella frazione Mossini di Sondrio, dove abitava da qualche anno dopo aver vissuto a lungo a Mandello del Lario. Ma non è più tornato. A lanciare l’allarme, quando era già calato il buio, è stata la moglie, preoccupata per il mancato rientro. Impegnati nelle ricerche decine di uomini: i tecnici del Soccorso alpino della VII delegazione Valtellina - Valchiavenna, oltre al Sagf della Guardia di finanza, carabinieri, vigili del fuoco, arrivati anche da Lecco, e protezione civile. In volo da Malpensa si è alzato l’elicottero “Drago” dei pompieri. Sul posto anche numerosi soci del gruppo alpinistico dei Ragni di Lecco, di cui Conti fa parte dal 1964.
A cercarlo anche a chi ha partecipato con lui ad alcune spedizioni alpinistiche. Con l’aiuto di cani molecolari e droni, per ispezionare il territorio dall’alto, le squadre stanno battendo i boschi sopra le frazioni Mossini e ai Ronchi, a circa 500 metri di quota: le ricerche si sono estese verso la Valmalenco e Castione Andevenno, zone spesso frequentate dall’alpinista. L’uomo è uscito senza portare con sé il telefono cellulare, rendendo inutilizzabile il sistema Imsi catcher in dotazione all’elicottero delle Fiamme gialle.
Mariolino Conti ha scritto alcune tra le più importanti pagine della storia dell’alpinismo. Nel suo curriculum ascensioni e spedizioni extraeuropee. Il Lhotse nel 1975, l’Himalaya, numerose vette dal Perù all’Algeria. Ma il suo nome si lega indissolubilmente alla prima salita della parete ovest del Cerro Torre, spedizione guidata da Casimiro Ferrari.