Un lockdown di fatto. Così la presidente dell’Unione commercio Loretta Credaro definisce la pesante situazione legata all’emergenza sanitaria di cui ancora risente il mondo economico. <<Le attività hanno resistito fino ad oggi – afferma Credaro – ma rischiano di non farcela più>>. A soffrire maggiormente i settori del tessile-abbigliamento e calzature, della ristorazione e pubblici esercizi. estremamente penalizzata anche la ricettività alberghiera a causa dell’impennata di contagi. A confermare tensione e incertezza è anche l’indagine sull’andamento dei consumi e delle presenze turistiche realizzata in questi giorni dall’Unione, condotta contattando un campione di circa 300 imprese attive in provincia. Oltre il 50% dei commercianti del settore tessile-abbigliamento e calzature ha evidenziato un andamento negativo dei saldi. Tra loro, circa la metà lamenta un calo del 30%, con crolli anche del 50%. Forte preoccupazione anche nel settore della ristorazione: bene nelle stazioni sciistiche fino all’Epifania, ma difficoltà soprattutto a Sondrio per il ritorno allo smart working e la recrudescenza dei contagi. Secondo qualche operatore la situazione attuale è addirittura peggiore di quella dello scorso anno, quando, restando chiusi, gli operatori avevano almeno ricevuto dei ristori e non avevano sostenuto i costi per il funzionamento. Per bar e caffè circa il 70% degli operatori parla di forte difficoltà. Le conseguenze più drammatiche si registrano anche in questo caso nel capoluogo. Riguardo alla ricettività alberghiera, circa il 70% parla di buon andamento fino all’Epifania soprattutto nelle località sciistiche mentre per il restante 30% i dati sono negativi. Gennaio, a partire dal 10, ha evidenziato una situazione stagnante e forte preoccupazione per il prosieguo della stagione, a causa delle disdette ricevute e del calo di prenotazioni. «In tutti i settori esaminati – conclude la presidente Credaro - permane un clima di forte difficoltà e incertezza, mentre crescono i problemi nella gestione e organizzazione del personale (per esempio, in alcune strutture alberghiere molti dipendenti sono risultati positivi e si è dovuto chiudere, perché non si sono trovati altri lavoratori da assumere) e lievitano i costi. Una situazione molto dura da fronteggiare e che richiede attenzione e sostegni tempestivi e adeguati».