<<La Carta solidale è un provvedimento tampone, parziale ed incompleto che non sostiene le nuove e vecchie povertà>>. Lo sostengono Michela Turcatti e Leonardo Puleri, della Cgil e Funzione pubblica provinciali e Sandro Bertini, dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil. A partire dal dato locale: saranno infatti circa 233 le famiglie sondriesi a beneficiare della carta per acquisti di beni di prima necessità”. << Considerata la crisi in atto - sostengono dalla Cgil Sondrio -, la disoccupazione, la precarietà del lavoro, i bassi salari e le basse pensioni, soprattutto in Valtellina come dimostrato da numerosi studi che ci collocano tra le province lombarde con reddito pro-capite e una media degli assegni pensionistici più bassi a livello regionale, si comprende quanto limitato sarà il ristoro. Non è una misura di solidarietà sufficiente e peraltro, vede luce pochi mesi dopo il drastico ridimensionamento del Reddito di cittadinanza, la cui eliminazione - commentano i sindacalisti di via Torelli a Sondrio – in un momento così critico è stato certamente un errore. Bisogna al contempo investire urgentemente sul lavoro, ma non è quello che il governo sta facendo>>. <<È necessario valutare interventi strutturali di lotta e contrasto alla povertà – proseguono da Cgil provinciale - rafforzare i servizi sociali, favorire l’integrazione socio-sanitaria, adeguare le pensioni, investire sui rinnovi contrattuali, pubblici e privati, e sulle politiche sociali e del lavoro per rispondere alla crescente precarietà del lavoro e al fiorire di nuove povertà. E rispetto al lavoro, purtroppo sono molti i settori in cui viviamo forti abbandoni da parte di lavoratrici e lavoratori a causa di stipendi e salari non adeguati al costo della vita e alle professionalità richieste>>.