Un tavolo interministeriale per le politiche del lavoro frontaliero. È la proposta delle organizzazioni sindacali. Infatti i dieci consigli sindacali interregionali, enti bilaterali riconosciuti dalla Confederazione europea dei sindacati, costituiti dalle 19 organizzazioni sindacali italiani ed estere sulle frontiere dell’Italia con i nove stati confinanti e limitrofi, si sono riuniti a Riccione nel loro primo convegno internazionale. Durante l’occasione hanno chiesto l’avvio di un confronto a tutto campo sulle politiche del lavoro frontaliero e transfrontaliero a partire dalla costituzione del tavolo interministeriale ottenuto nell’intesa tra sindacati confederali italiani e Governo.
"Prioritariamente è necessaria l’istituzione di un ‘Osservatorio Nazionale’ del mercato del lavoro transfrontaliero con l’obiettivo di redigere annualmente uno specifico rapporto dedicato – affermano i responsabili nazionali dei frontalieri italiani di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Giuseppe Augurusa, Marco Contessa e Raimondo Pancrazio –. Non è più rinviabile il riconoscimento esplicito in tutte le convenzioni fiscali che il Governo sottoscrive con i Paesi di confine o limitrofi. È urgente correggere l’attuale disciplina sull’assegno unico e universale, riconoscendo il pieno diritto dei lavoratori frontalieri impiegati in Italia a percepirlo. È auspicabile sottoscrivere in tempi brevi l’Accordo Quadro europeo sul telelavoro transfrontaliero entrato in vigore il primo luglio scorso per i Paesi aderenti. È indispensabile stralciare la nuova norma sul sistema sanitario universale – concludono i sindacalisti –. È utile armonizzare il trattamento fiscale delle prestazioni previdenziali di tutti i frontalieri, estendendo l’aliquota del 5% prevista per i nostri ex lavoratori frontalieri attivi in Svizzera, nel Principato di Monaco e anche a coloro che hanno svolto l’attività lavorativa nella Repubblica di San Marino”.